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Ue:deficit Italia 2013 non sforerà

Written By Telisa News IT on Thursday, April 19, 2012 | 5:52 AM

 Il rapporto deficit/Pil previsto dall'Italia per il 2013 (0,5%) "è in linea con le previsioni formulate dalla Commissione europea". Così un portavoce da Bruxelles ha commentato i dati diffusi ieri con il Def (Documento di economia e finanza) dal governo di Roma. La Commissione ritiene "raggiungibile" anche l'obiettivo indicato dal premier Monti per l'avanzo primario 2013.

Cgil:riforma lavoro affossa precari

Nuove critiche dalla Cgil alla riforma del lavoro presentata del governo Monti. La leader del sindacato, Susanna Camusso, ha infatti promosso per giovedì 10 maggio una mobilitazione nazionale sulla precarietà. "Nel ddl di riforma del lavoro ci sono arretramenti che affossano i precari - denuncia la Cgil -. Ora servono risposte effettive ai giovani".

Idv:tassare anche fondazioni banche

"L'Idv dice no al decreto fiscale per una serie infinita di ragioni. Una fra tutti: non tassano mai le fondazioni bancarie, ma solo la povera gente che spinta dalla disperazione si suicida". Antonio Di Pietro spiega così il voto contrario del suo gruppo al decreto fiscale. Per Di Pietro si tratta di un provvedimento "che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri".

Scivolone di Storace con un manifesto antifascista

Scivolone per "La Destra" di Francesco Storace e per "Il Popolo di Roma-Destra sociale" di Giuliano Castellino: i partiti hanno tappezzato Roma con manifesti contro il governo Monti, senza accorgersi del fatto che l'immagine scelta fosse un po' "compromettente". La fotografia, che probabilmente doveva rappresentare il popolo che insorge per le riforme del lavoro e delle pensioni, ritrae in realtà un corteo di anarchici greci. E in primo piano compare lo striscione con la scritta in greco "Stasera muore il fascismo". L'incongruenza è stata immediatamente notata da qualcuno, e in Rete è iniziato lo sfottò contro quello che ormai viene chiamato "Compagno Storace".

Camera, sì a dl semplificazione

 L'Aula della Camera ha dato il via libera al decreto legge in materia di semplificazione fiscale. Il testo è stato approvato con 445 voti a favore, 69 contrari e 14 astenuti, e torna ora al Senato.

Bufera sulla Lega, la casa in affitto a Calderoli pagata con i soldi del Carroccio

Con i soldi della Lega Nord veniva pagato l'affitto di casa dell'ex ministro Roberto Calderoli. E' quanto emerge dagli atti sequestrati ed esaminati dai carabinieri. Veniva pagato un fitto di 2.200 euro mensili per un appartamento in via Ugo Bassi, al Gianicolo. Calderoli fa parte del "triumvirato" nominato dopo le dimissioni di Umberto Bossi da segretario federale.
Le indagini sono state svolte nell'ambito del filone d'inchiesta sulla Lega condotto dai pm di Napoli Curcio, Piscitelli e Woodcock, coordinati dal procuratore aggiunto Greco.

I carabinieri hanno interrogato il proprietario dell'appartamento che avrebbe confermato la circostanza.

Reguzzoni e i 90 mila euro spesi con la carta del gruppo
"Quando scopro che il mio ex capogruppo ha speso in un anno 90 mila euro con la carta di credito del gruppo qualcuno mi deve giustificare come cavolo son stati spesi". A denunciarlo è Gianluca Pini, deputato della Lega Nord, che punta il dito contro Marco Reguzzoni.

"La certificazione del bilancio - ha spiegato il parlamentare - non va ad analizzare ogni singola pezza giustificativa. Il problema vero è dare una risposta seria a quello che si è evidenziato come un malcostume diffusissimo. Che non è solo sul finanziamento pubblico legato ai rimborsi elettorali: è e lo sottolineo anche sull'utilizzo che ne fanno i gruppi parlamentari".

Finmeccanica, Lavitola collabora

 Potrebbero essere a una svolta alcune indagini su cui sta lavorando la procura di Napoli. Il direttore dell'Avanti Valter Lavitola, detenuto da lunedì nel carcere di Poggioreale, nel corso dell'interrogatorio di garanzia si sarebbe reso disponibile ad essere ascoltato dai pm in relazione ad alcune vicende che riguardano gli appalti di Finmeccanica. L'interrogatorio investigativo dovrebbe svolgersi la prossima settimana.

Scotch su bocca, aperta inchiesta

La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo di indagine sulla vicenda dei due immigrati algerini rimpatriati martedì su un volo Alitalia Roma-Tunisi. Ai due, secondo quanto documentato da una foto pubblicata su Facebook dal regista Francesco Sperandeo, è stata tappata la bocca con il nastro adesivo dagli agenti in borghese che li scortavano.
Il procuratore Gianfranco Amendola ha aperto d'ufficio un fascicolo, al momento, in 'atti relativi', cioè senza indagati e senza ipotesi di reato. Si tratta di capire quali ragioni abbiamo indotto le guardie di scorta a tappare la bocca con nastro adesivo ad almeno un immigrato respinto dall'Italia sul volo Roma-Tunisi. Il magistrato ha affidato gli accertamenti ai carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci a Roma.
La vicenda, che ha spinto il capo della polizia Antonio Manganelli a sollecitare una relazione dettagliata alla polizia di frontiera, è nata da una foto scattata da un passeggero a bordo che poi l'ha postata su Facebook. La procura di Civitavecchia è competente a indagare in quanto Fiumicino, dove è partito il volo, rientra nel suo distretto giudiziario.

Ora date un taglio alle troppe spese

Il quarto trimestre del 2011 è stato molto negativo per l'economia italiana: il reddito si è contratto dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. In un anno la spesa delle famiglie è scesa di oltre un punto, gli investimenti delle aziende di oltre 3. È assai probabile che il primo trimestre del 2012 sia andato ancor peggio. Lo sapremo fra circa un mese, ma non è il caso di farsi illusioni. E bisogna agire d'anticipo anche perché, dopo qualche mese di calma, il costo del debito ha ricominciato a salire: dal 4,8 di un mese fa al 5,6 di ieri per i Btp decennali.
Se la crescita continuasse a essere in rosso è quasi certo che mancheremo l'obiettivo di ridurre il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo (Pil), dato che il denominatore, il Pil appunto, scenderà. Come è successo con la Spagna, l'Unione Europea ci chiederà di fare qualcosa per riavvicinarci agli obiettivi di bilancio per il 2012 e 2013.
A quel punto, come reagirà il governo Monti? La risposta più semplice è anche quella sbagliata: non far nulla. Dal primo ottobre aumenteranno le due aliquote principali dell'Iva, rispettivamente dal 10 al 12 per cento e dal 21 al 23. Gli aumenti avverranno in modo automatico, per effetto di un provvedimento varato a suo tempo dal ministro Tremonti, che questo governo non ha cancellato.
Questa soluzione colpirebbe ulteriormente famiglie e imprese che già soffrono, non solo per il peso fiscale, ma anche per l'incertezza sul futuro delle aliquote. Quanto dovremo pagare per l'Imu? Ancora non si sa, e anche questo non aiuta a pianificare consumi e investimenti, sia italiani sia esteri.
Un'alternativa sarebbe stata dare un impulso alla crescita, cosa non facile, ce ne rendiamo conto, ma che purtroppo non è accaduta. La riforma del mercato del lavoro, così come concepita originariamente, andava nella direzione giusta. Ma ha perso efficacia prima ancora di approdare in Parlamento (ad esempio, non si applica ai lavoratori pubblici) e probabilmente ne uscirà (se uscirà) ulteriormente annacquata, come è accaduto ai provvedimenti sulle liberalizzazioni. Immaginatevi cosa sceglierà di fare un imprenditore estero che stesse valutando l'apertura di un'azienda in Italia sapendo che potrebbe essere non lui, ma un giudice a decidere in che modo gestire i suoi dipendenti.
L'unica carta che rimane da giocare è quella della « spending review », l'analisi, una per una, delle spese delle amministrazioni pubbliche per decidere dove si può tagliare. È un lavoro che il governo Monti ha giustamente iniziato dal primo giorno, ma del quale non si vede ancora il risultato. Non c'è dubbio che la spending review sia un'idea migliore dei tagli lineari tentati dall'ex ministro Tremonti. Tagli uguali per tutti evitano di dover concertare con questo o quel ministro, con questa o quella categoria, con questa o quella lobby. Ma è un modo inefficiente e ottuso di ridurre la spesa, perché non distingue fra uscite inutili e spese necessarie.
Il rischio, però, è che la spending review , addentrandosi nei meandri del bilancio, finisca per concludere che ogni spesa è necessaria perché c'è una lobby che la difende, come ad esempio i circa 30 miliardi di euro che ogni anno lo Stato paga a imprese pubbliche e private per i motivi più svariati. Se l'alternativa è non far nulla, meglio allora tagli lineari.
Il tempo stringe. L'essenziale è che nelle prossime (poche) settimane il governo spieghi che cosa e come intende ridurre il peso dello Stato sull'economia. Non ci sono scappatoie. Pensare che sia con la spesa pubblica (come suggeriva ieri il Financial Times ) che si riprende a crescere è un errore grave. Il governo deve fare l'esatto contrario. Dare a consumatori e imprenditori un messaggio chiaro: le tasse non aumenteranno perché le spese scendono. Senza queste certezze, consumi e investimenti continueranno a rallentare. E il mondo a guardarci con rinnovata preoccupazione.
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi